Umberto Fiori

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Umberto Fiori (Sarzana, 1949) è un musicista, scrittore e poeta italiano.

Stefano Colangelo e Umberto Fiori a Bologna nel 2023

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato a Sarzana nel 1949, dal 1954 vive a Milano, dove si è laureato in filosofia.

Negli anni della contestazione entrò a far parte come voce e chitarrista (e più tardi come autore) del gruppo rock Stormy Six, che ottenne successo con l'uscita dell'album Un biglietto del tram. Il gruppo divenne una presenza fissa nelle principali manifestazioni musicali del periodo (importante da ricordare è quella svoltasi nel 1975 presso Parco Lambro a Milano), e brani come Stalingrado, Dante di Nanni, e La fabbrica costituirono in breve tempo inni del dissenso giovanile.

Lasciato il mondo della musica nei primi anni Ottanta, Fiori si dedicò a tempo pieno alla poesia, alla quale si era già interessato prima della parentesi musicale, come ha raccontato nella raccolta di saggi Scrivere con la voce[1], in cui ha indagato il rapporto con la canzone, domandandosi se essa possa essere considerata poesia. Nel 1986 l'autore pubblicò il suo primo libro di poesie intitolato Case (San Marco dei Giustiniani), al quale seguirono, tutte edite da Marcos y Marcos, le raccolte Esempi (1992), Chiarimenti (1995), Parlare al muro (1996), Tutti (1998) e La bella vista (2002).

Fiori ha inoltre collaborato con il compositore Luca Francesconi, per il quale ha scritto due libretti d'opera, Scene e Ballata, e numerosi altri testi[2].

Insegnante e saggista, ha collaborato come docente di Letteratura italiana contemporanea presso l'Università degli Studi di Milano.

Ha pubblicato anche un romanzo breve, dal titolo La vera storia di Boy Bantàm (Le Lettere, 2007) e la raccolta di saggi sulla poesia La poesia è un fischio (Marcos y Marcos, 2007).

Nel 2009 è uscito il libro di poesie Voi (Mondadori). Nel 2014 è uscito un volume in cui sono raccolti tutti i testi editi, più degli inediti: Poesie 1986-2014 (Mondadori).

Nel 2019 ha pubblicato per Marcos y Marcos il romanzo in versi Il Conoscente.

Nel 2023 sono usciti per Garzanti la raccolta di poesie Autoritratto automatico[3] e il saggio di poetica Le case vogliono dire.

Poetica[modifica | modifica wikitesto]

Fiori intraprese la strada della poesia dopo un periodo di profonda crisi. Egli ha spiegato le sue scelte poetiche in diverse interviste, da cui emerge che l’ovvietà e la monotonia della realtà quotidiana gli andarono incontro, richiamando la sua attenzione[4].

La prima raccolta poetica del 1986, Case, nasce dallo sguardo riservato alle cose comuni e semplici della vita, viste in una diversa luce. Vivendo in una città metropolitana come Milano, l'autore si interessa alla relazione che si crea tra l’uomo e le cose: le case, gli scavi, gli alberi, i cani, i passanti gli paiono «figure archetipe»[5], che lo interrogano ed egli desidera capire il significato che si cela in loro, non nella loro funzione pratica che svolgono ma nel messaggio etico che contengono.

A queste sue domande può rispondere tramite l’osservazione delle cose che gli si presentano in modo non usuale. In questa maniera pensa di poterne ricavare il senso morale, il valore etico, la cui ricerca caratterizza appunto tutta la sua poesia, a partire in particolare da Esempi del 1992.

Il percorso di Umberto Fiori può essere diviso in due fasi.

La prima è quella che va dagli anni Ottanta al Duemila ed è, come la definisce lui stesso, una «censura del soggetto individuale»[6]. I libri che caratterizzano la prima fase sono cinque: Case, in cui l’autore riflette sul rapporto tra uomo e cose; Esempi, dove emerge il valore esemplare delle cose; Chiarimenti, dove sposta lo sguardo sugli uomini e sul loro modo di dialogare, argomento che gli sembra necessitare di chiarimenti, per la difficoltà di comprendersi a vicenda; Parlare al muro, in cui cerca di instaurare un dialogo con il modo in cui le cose si presentano allo sguardo; Tutti, in cui indaga il rapporto tra individuo e comunità. Il "tutti" da lui preso in considerazione è composto sia dall’io individuale, sia dal noi, comunità di cui il singolo fa parte e condivide le regole, sia dal voi, cioè gli altri che costituiscono un gruppo di cui il singolo non fa parte e dal quale egli si sente giudicato.

La seconda fase, che va dagli anni Duemila ad oggi, è anticipata da alcune caratteristiche di Tutti e segna il passaggio ad una nuova ricerca, contrassegnata da raccolte come La bella vista[7] e Voi. In questa fase viene recuperato l’io, sempre osservato nella sua relazione con gli altri; il paesaggio non è più esclusivamente urbano ma si amplia comprendendo anche quello naturale. Fiori adotta inoltre la forma del poemetto, tendenza tipica dell’epoca, ovvero scrive poesie di una certa estensione organizzate in forma narrativa con la presenza di dialoghi, che consentano di rappresentare il rapporto tra l’io e il voi.

In particolare, ne Il Conoscente, dove si allontana dall’anonimato delle prime raccolte, è possibile individuare una serie di dialoghi tra due personaggi, la “maschera” di Fiori (il suo alter ego) e una persona definita solo come «Conoscente», che crede di sapere qual è la vita dell’autore. In questa storia inventata, il Conoscente si rivela come un «Avversario»[8], un insistente rivale dell’autore, in quanto gli pone continuamente domande sul suo passato alle quali l’alter ego del poeta è costretto a rispondere, parlando di argomenti di cui non vorrebbe parlare. Il Conoscente funge da specchio che mette davanti all’autore quelle cose che normalmente non vorrebbe prendere in considerazione, ma con cui deve fare i conti. Quest’opera contiene elementi ingannevolmente autobiografici, quando in realtà vuole parlare di tutti gli uomini. Quello che Fiori vuol trasmettere è che nessun uomo si conosce nella sua interezza, ma deve guardarsi con quella poetica dello sguardo su cui l’autore ha impostato fin dall’inizio la sua attività letteraria.

La ricerca interiore condotta con lo stesso sguardo destinato alle cose portò Fiori a rivolgersi nuovamente a se stesso in Autoritratto automatico. La raccolta ha come protagonista la faccia del poeta, più precisamente la faccia in generale, con l’intento di esaltare le trasformazioni che comporta il passare del tempo e di individuare la nostra vera identità, sfuggita al congelamento dello scatto. L’autore indirizza le poesie di questo libro ad un lettore che non sa niente di lui, che guarda le sue immagini e vede una persona definita ma al tempo stesso ignota, perché è con questi occhi che vediamo noi tutti.

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Poesia[modifica | modifica wikitesto]

Romanzi[modifica | modifica wikitesto]

Saggi[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Mariaelena Tucci, Una parola che "suona bene". Umberto Fiori tra voce e scrittura - Centro di ricerca PENS, su www.centropens.eu. URL consultato il 6 maggio 2024.
  2. ^ Maria Borio intervista Umberto Fiori, su insulaeuropea.eu (archiviato dall'url originale il 9 febbraio 2017).
  3. ^ Alessandra Corbetta, Novità editoriale: "Autoritratto automatico" di Umberto Fiori, su Alma Poesia, 10 febbraio 2023. URL consultato il 15 febbraio 2023.
  4. ^ Trovare la propria voce. Intervista a Umberto Fiori, su La letteratura e noi, 28 maggio 2018. URL consultato il 6 maggio 2024.
  5. ^ Trovare la propria voce. Intervista a Umberto Fiori, su laletteraturaenoi.it.
  6. ^ Gloria Piccioni, Uno come tutti, su succedeoggi, 21 agosto 2016. URL consultato il 6 maggio 2024.
  7. ^ Umberto Fiori, La bella vista, Marcos y Marcos, 2002, ISBN 978-88-7168-340-9. URL consultato il 6 maggio 2024.
  8. ^ Davide Dalmas, Dall’autocoscienza all’ampiocoscianza, in L’Indice dei Libri del Mese, 1° ottobre 2019.

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